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Reggio, il nuovo Codice dei contratti pubblici tra luci ed ombre

L’analisi del presidente Michele Laganà

Michele Laganà

In attesa di esaminare il testo definitivo approvato dal Consiglio dei Ministri, l’associazione Costruttori Ance Reggio, in linea con Ance nazionale, esprime alcune prime considerazioni sull’impianto del nuovo Codice dei contratti pubblici che suggeriscono indispensabili interventi emendativi in sede politica.
«Bene l’introduzione del principio del risultato, della fiducia, di conservazione dell’equilibrio contrattuale e i principi di legalità, trasparenza e concorrenza - dichiara il presidente di Ance Reggio Calabria, architetto Michele Laganà - così come positivo è certamente il processo di digitalizzazione delle procedure ed il rafforzamento degli strumenti di deflazione del contenzioso giurisdizionale. Tuttavia, per far sì che questi principi siano effettivi e non ripetere gli errori fatti nel Codice 50, occorrono alcuni essenziali correttivi al testo entrato in Consiglio dei Ministri, da parte di Governo e Parlamento».
Ecco alcune delle principali contraddizioni contenute nel testo. Secondo il principio del risultato l’opera pubblica deve essere aggiudicata a chi è in grado di assicurare il miglior rapporto qualità-prezzo. Ma ciò non si concilia con l’avvenuta eliminazione del tetto massimo al punteggio da attribuire al prezzo in sede di offerta economicamente più vantaggiosa: «Così facendo, in aperto contrasto con la disciplina europea per giunta, si reintroduce di fatto il massimo ribasso».

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