La stampa incriminata è stata tolta a tempo di record dalla parete della stanza del sindaco, ma oramai il danno era stato fatto. Troppo grave è stata la decisione di appendere in un ufficio pubblico qualcosa che richiama un famigerato battaglione nazista, per sperare di non incappare in durissime reazione di protesta.
Irritata, sconvolta e preoccupata dalla scoperta fatta da due propri militanti territoriali, l'Associazione nazionale partigiani italiani si è scagliata contro il primo cittadino condofurese, chiedendone, con una nota inviata al presidente della Repubblica, l'immediata destituzione dalla carica ed esortando le Istituzioni ad intervenire «con rigore e nel rispetto della Costituzione e delle leggi che la applicano (legge Scelba e legge Mancino)».
Ieri Tommaso Iaria è tornato sull'avvenimento che ha attraversato, scuotendola, l'intera giornata di martedì, finendo col varcare i confini regionali, assurgendo così a notizia di carattere nazionale. Lo ha fatto per fornire la sua versione dei fatti. «Tutta la mia azione amministrativa è dichiaratamente improntata alla difesa di valori cristiani. Ad essi, e solo ad essi, ispiro la mia intera vita. L'unica ragione per la quale ho affisso quella stampa è di tipo affettivo, in quanto regalatami, diverso tempo addietro, da una persona del tutto estranea ad ambienti nazifascisti, prematuramente scomparsa».
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