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Coronavirus, per i ristori alle imprese di Reggio arrivate solo 585 richieste

Dopo un primo exploit la discesa: il risultato è un mezzo flop. L’obbligatorierà del Durc in regola ha frenato molte ditte

L'assessore del Comune di Reggio Calabria, Irene Calabrò

Exploit all’inizio ma poi tutto si è arenato. Il boom atteso di domande di ristori da parte delle aziende reggine non c’è stato. Dei 3,2 milioni di euro messi sul piatto dal Comune per il sostegno alle imprese che hanno subìto gli effetti della pandemia nel 2019 e 2020 ne saranno erogati 585mila. Sono state 585 le domande arrivate alla Hermes. Un numero molto più basso rispetto alle attese. L’avviso, elaborato dall’assessorato comunale alle Finanze e presentato ieri a Palazzo San Giorgio dal sindaco Giuseppe Falcomatà e dall’assessore Irene Calabrò, si poneva l'obiettivo di dare un sostegno alla liquidità, attraverso l’erogazione di una indennità una tantum di mille euro. Adesso si procederà con le verifiche e successivamente all’erogazione. La misura si è sviluppata grazie al contributo della task force economica, costituita tra gli altri dai rappresentanti di categoria, tra cui: Camera di commercio con il presidente Antonino Tramontana, Confcommercio con il presidente Lorenzo Labate, Confesercenti con il presidente Claudio Aloisio, Cna con il presidente Giovanni Laganà. Ma il Documento unico di regolarità contributiva non in regola o comunque scaduto è stato fatale per molte ditte, senza quello non si può contrattare con la pubblica amministrazione e le misure di sostegno sono state ancorate a questo requisito perché il governo non ha inteso derogare a questa disposizione. Nonostante il prolungamento fino a lunedì, alla fine tutto non è andato per il verso giusto.

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