La scadenza naturale del piano di riequilibrio finanziario deliberato dai commissari in 10 anni, poi portato a 30 e infine tornato a dieci scade alla fine del 2022. Ma ci sono le condizioni per superare prima tutto questo e portare in Aula un documento finanziario che possa chiudere i conti con un passato nefasto e disastroso sulla gestione “allegra” delle finanze di Palazzo San Giorgio. Una situazione gravissima che aveva portato l’ente sull’orlo del crac finanziario, più volte senza risorse per i pignoramenti e con difficoltà persino di approvare i bilanci. Le conseguenze per i cittadini sono state drammatiche con tasse comunali alle stelle e servizi non all’altezza. Ma come si diceva in precedenza adesso si passa in una fase diversa: una fase di ripartenza. Mercoledì a Roma si è tenuto un incontro tecnico al quale hanno partecipato il capo di gabinetto del ministero dell’Economia e i rappresentanti della Ragioneria generale dello Stato. In sostanza è stato avviato il monitoraggio delle attività messe in campo dopo il trasferimento delle risorse del “Decreto Agosto” che di fatto hanno consentito e consentiranno ancora di chiudere tutti i mandati di pagamento e azzerare il disavanzo.
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