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Comune di Reggio, maggioranza alla deriva

Commissioni disertate, accuse e veleni: il centrosinistra è allo sbando

È forse uno dei primi atti proposti dalla minoranza di centrodestra che passa all’esame delle commissioni consiliari di Palazzo San Giorgio dal 2014 a oggi. Le cose cambiano, la politica cambia (purtroppo sempre più in fretta e in peggio) e accade così che la “Proposta di nomina di un controllore per il monitoraggio dell’attuazione degli atti del Consiglio” fortemente voluta dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Demetrio Marino, superi il primo step senza essere concordata con la maggioranza di centrosinistra. Una maggioranza senza una guida, un segnale che qualcosa ormai si è incrinato nel rapporto tra le diverse anime del Partito Democratico, dei Democratici Progressisti, di Italia Viva (pronta a irrobustirsi con l’ingresso in gruppo di un altro consigliere) e delle civiche. Il malessere va avanti da mesi e mentre prima tutto era in mano al sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà, ora è Paolo Brunetti a dover gestire e fare l’equilibrista ma la sua scelta di non formalizzare le deleghe, neppure adesso che il Pd ha un interlocutore ufficiale quale è appunto il nuovo segretario, sta allargando crepe che prima erano latenti.
Tra malumori interni, difficoltà a dare slancio alla macchina amministrativa ma soprattutto lo stallo sulle deleghe si rischia l’implosione e se questo non avverrà è soltanto perché Falcomatà ancora ha il comando in remoto e può decidere in qualsiasi momento di staccare la spina dimettendosi dall’incarico e traghettando così allo scioglimento del consiglio comunale. I suoi fiduciari sono sempre di meno mentre cresce un’area ostile e soprattutto capricciosa per scelte non condivise. In pratica Brunetti sta pagando il suo attendismo ma anche colpe non sue nella gestione politica di Palazzo San Giorgio. Il rischio di questi continui stop and go si riflette forse sul più importante quadro di investimenti previsti per la città dopo l’ex Decreto Reggio, il Pnrr ma se bastano nomine nella Hermes per agitare i partiti, se alle riunioni di maggioranza disertate e dove non si trova la quadra, se nelle commissioni le assenze dei consiglieri di maggioranza diventano sempre più numerose, i risultati sono evidenti.

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