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Il mondo del “Mac”, alla scoperta di Franco Macrì l’avvocato culturista di Roccella che spopola sul web

“Boomer” da mezzo milione di visualizzazioni, seguito da sportivi, squadre e... bambini

«Entra? No, non entra! Non può entrare». «Beccatevi ‘sto cigno, per favore». Sono battute che fanno il giro del web e ispirano centinaia di persone, anche note, a creare video, storie e reel sui social, taggando il loro ideatore. A “non entrare” nell’inquadratura perché... troppo grandi, come si possono ammirare nella posa “del cigno”, sono i trapezi de “Il Mac 64”, che con i suoi post ha raggiunto una popolarità stellare. Su TikTok lo seguono oltre 317 mila persone, su Instagram 190 mila. I suoi video sono virali, e alcuni hanno già superato il mezzo milione di visualizzazioni. Tra i suoi follower più famosi ci sono Fabio Rovazzi e Biagio Antonacci. E le sue battute e le pose da bodybuilder, sono diventati famosi “meme”, ripresi anche da calciatori, società sportive, note pagine social.
Il “Mac” all’anagrafe è Domenico Francesco Macrì, per tutti Franco, 59 anni, sposato con Pisana da 25 anni. È un avvocato civilista con la passione per il fitness e il body building. È anche un instancabile fitwalker, e macina chilometri per i sentieri collinari e per le strade di Roccella, che contribuisce a far conoscere nel mondo, insieme al gruppo storico di amici. Un “boomer”, insomma, apprezzato anche dai giovanissimi, ai quali non non si stanca di raccomandare l’importanza dello studio, del rispetto delle regole e dell’amicizia. Un personaggio poliedrico e unico. «Ma no – ci dice – sono una persona normalissima, che si diverte a fare sport con gli amici, mangiare una pizza, a cantare e a sentirsi felice con poco. Con gli amici cerchiamo di veicolare messaggi costruttivi: per divertirsi non serve ubriacarsi. Noi ci divertiamo gratis, qui a Roccella: facciamo sport, ridiamo, scherziamo. Eppure siamo persone che lavorano, e la vita non è facile per nessuno».

 

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Al lavoro che dicono di te?

«Come avvocato ho avuto la soddisfazione di avere il supporto e il rispetto di tutto l’ambiente lavorativo. Dai colleghi finora ho ricevuto colo sostegno e gratificazione».

Entriamo nella sfera de “I Mac nello sport”. Quanto tempo dedichi al cammino insieme ai tuoi amici Nunzio, Vincenzo, Federica e Lele?

“Usciamo quattro volte a settimana e facciamo dai 10 ai 14 chilometri, della durata di circa due ore. Non è facile, ci vuole costanza. Qualcuno spesso si aggrega per qualche uscita ma non riesce poi a mantenere l’impegno settimanale».

Quanto ti alleni per arrivare ad avere un fisico così scolpito?

«Ho iniziato a 19 anni, però devo dire che madre natura è stata generosa con me, ero predisposto. Da ragazzo giocavo a calcio, poi durante l’università ho cominciato a fare palestra, ma senza strafare. E ho continuato, con impegno e costanza”.

Tanti tuoi post, si ispirano alla palestra. Quante volte ci vai?

«Una o due volte a settimana, per mantenimento e per socializzazione. La socializzazione è importante, e la palestra è luogo di rispetto delle regole, educazione e ordine. Ci vuole costanza si deve trovare anche il modo di divertirsi. E il divertimento nasce da chi hai intorno. Per questo consiglio sempre di fare sport di gruppo, una vera palestra di vita».

Il “Mac social”: com’è nata la passione per i contenuti digitali?

“Fino a 4/5 anni fa non sapevo neanche mandare un messaggio su Whatsapp! Sono stati i miei nipoti, una sera in pizzeria, a spingermi a crearmi un account. È sorprendente come il numero dei followers sia andato ad aumentare negli ultimi tempi: in un mese c’è stato un exploit di 200 mila followers e sono contattato anche dal mondo dello sport”.

Cosa si prova ad avere questa popolarità? Ti aspettavi feedback importanti come il Milan, il Monza, la Juventus, il Napoli e pagine social come Intrashtenimento 2.0, Calciatori Brutti, The Jackal?

«Ho avuto riscontro per l’entusiasmo, per la carica che do. Mi seguono personaggi come il campione di nuoto Thomas Ceccon, il ciclista Filippo Ganna, il pugile Ivan Zucco. È una gioia e un onore avere l’attenzione di campioni, persone eccezionali che fanno sacrifici per raggiungere risultati importanti e record mondiali, mi rende orgoglioso».

C’è un messaggio che ti ha particolarmente gratificato, tra i tanti inviati dai tuoi followers?

«No, la cosa più bella è quando vedo interagire con i miei account i bambini che, sempre con la supervisione dei genitori beninteso, mi mandano o mi taggano nei video girati mentre fanno “il trapezio” o “il cigno”. Guadagnarsi la fiducia dei genitori, che fanno i reel o i post con i figli, ispirandosi alle mie battute, sono emozioni che vanno al cuore».

Le prove? Detto fatto. Mentre la nostra intervista, tra i tavoli all’aperto di un locale pubblico, sta per volgere al termine, passa una scolaresca. Subito alcuni ragazzini lo riconoscono: «Ce lo fai un trapezio Mac?». «Ecco la risposta concreta alla domanda di prima: – conclude l’avvocato Macrì – la soddisfazione più bella è vedere ragazzi che mi dimostrano affetto ed entusiasmo».

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