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Reggina in ritiro per ritrovarsi dopo l’incredibile epilogo del derby

Da oggi al “Sant’Agata” per preparare la gara col Parma. Preoccupa la fragilità difensiva

La Reggina in ritiro. Subito dopo l’allenamento pomeridiano di oggi e fino alla gara di sabato contro il Parma, il gruppo amaranto resterà al centro sportivo “Sant’Agata”. È questa la decisione stabilita dalla società dopo l’infausta sconfitta nel derby di Cosenza, maturata nei minuti finali con un clamoroso ribaltone firmato Nasti. La sesta sconfitta nelle ultime otto gare, praticamente tutto il girone di ritorno, una crisi senza appello o scusanti, ad undici giornate alla fine mette tutti davanti alle proprie responsabilità. Nessuno escluso: dirigenza, intesa soprattutto come chi ha costruito la squadra, calciatori, particolarmente quelli di maggiore di esperienza che in questo momento stanno invece mancando in termini di qualità e solidità e staff tecnico, che sta palesando momenti di confusione, succube di decisioni penalizzanti.

Tre indizi fanno una prova

Palermo, Cittadella e Cosenza. Epiloghi identici, evoluzione simili, scelte che lasciano molti dubbi. Ad eccezione (ma non troppo) di Cittadella (con l’uomo in meno) chiudersi e rinunciare a giocare, togliendo tutti gli uomini di qualità, abbassando il baricentro della squadra, consegnarsi alla cattiveria degli avversari, ha lasciato il segno negativo sui risultati. In Veneto e nel derby due gare perse subendo clamorose rimonte, proprio perché la squadra non riusciva sistematicamente ad uscire dalla propria metà campo, rintanata a difendere un risicato vantaggio.

Scricchiolii in difesa

Ma si sta evidentemente sopravvalutando una difesa che solida non lo è. Affonda ad ogni attacco avversario, paga dazio in termini di staticità e lentezza: d’altronde affidarsi ad una coppia di centrali di oltre 70 anni espone inevitabilmente ad un rischio altissimo. Gli esempi pratici sono i due gol di Nasti in cui il giovane attaccante silano ha bruciato sul primo scatto sia Cionek che Terranova. I due difensori faticano a tenere il passo degli attaccanti avversari, era successo anche contro il Modena ma la vittoria finale ha mascherato il problema. Ad appesantire il quadro, come se non bastasse, l’errato posizionamento di Camporese in entrambe le situazioni: era stato messo dentro da Inzaghi per presidiare il centro dell’area, ma sui due gol era sempre spostato lateralmente. La Reggina ha subito dodici gol nelle ultime sei gare, una media pesante di due a partita, da retrocessione diretta. Bisogna prenderne atto immediatamente. In primis lo staff tecnico che non può immaginare di affidarsi ad un reparto con questo “score” e di conseguenza dovranno comprenderlo anche quei calciatori che stanno pagando dazio in termini di concentrazione e marcatura, specie nelle battute finali delle sfide. Aver perso due gare fotocopia come Cittadella e Cosenza dovrebbe aiutare l’analisi e le scelte consequenziali.
Ripartire subito Con il Parma ci si gioca tanto, non tutto ma una gran fetta di possibilità playoff che, dopo le dichiarazioni di Taibi ed Inzaghi, sono diventati ufficialmente l’obiettivo societario. Sarà difficile perché gli emiliani hanno bisogno di rientrare in corsa e fuori casa si esprimono meglio. Hanno individualità devastanti quando attaccano.
Davanti avrà una Reggina stordita e fisicamente “sulle gambe”, poco fresca dal punto di vista atletico. Solo una prova di carattere potrà sovvertire i pronostici. Ma dopo quanto visto nell’incredibile notte di Cosenza appare un’eventualità difficile.

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