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Reggina, cresce la sfiducia attorno a Ilari

L’imprenditore: «Ci sono il fondo e un nuovo socio». Versace: «Non è credibile, si dimetta». In attesa dell’udienza al Consiglio di Stato per la riammissione alla Serie B, pressioni sul nuovo proprietario in pectore.

Si alzano i toni del confronto attorno alla Reggina in vista del ricorso al Consiglio di Stato del 29 agosto al quale sono legate le speranze di recuperare la Serie B. Nell’occhio del ciclone c’è il proprietario in pectore della società amaranto Manuele Ilari. La priorità è che si creino i presupposti affinché gli allenamenti della squadra ripartano e si capisca di più del progetto sportivo amaranto. Il primo passo deve essere pagare gli stipendi a chi lavora al “Sant’Agata”: «I dipendenti non sono della Reggina, ma di una cooperativa», ha detto Ilari, ospite di Radio Antenna Febea.
I sindaci Paolo Brunetti e Carmelo Versace hanno fatto presente che basterebbero solo poche decine di migliaia di euro per far ripartire le attività. «Se - ha detto l’imprenditore romano - il problema sono 30.000 euro io dovrò chiamare il fondo e farmeli girare. Il fondo qualche giorno fa ha fatto fronte a 144.000 euro di spese relative ad accordi con creditori che sono stati rispettati».

Fondo è una parola chiave nelle dichiarazioni di Ilari. «Saladini - ha spiegato - non avrebbe venduto al primo che capitava. Ha firmato un preliminare con la Guild Capital che doveva portare un fondo che non aveva ancora gli atti tradotti necessari in Inghilterra e la firma del console. Erano dunque impossibilitati a fare l’operazione in quel momento per via dell’urgenza, A me, che dovevo rappresentare la società come presidente, mi è stato chiesto un ulteriore sforzo. Quello di intestarmi momentaneamente le quote. Doveva essere un passaggio di una settimana in vista del Tar che poi è andato male, ora c’è da attendere l’ultimo step».

Oggi Ilari detiene il 100% delle quote dunque, ma ha preannunciato che in caso di ammissione alla B le cose cambierebbero. Con l’ingresso del fondo. ma anche di un nuovo socio: «In questi giorni mi sono attivato per fare entrare in società con la carica di vicepresidente e il 20% di quote il dottor Gianluca Regali della Leonori Spa. Si tratta di una società che fattura oltre 130 milioni».
Ha anche parlato dei calciatori che hanno deciso la messa in mora della società: «I giocatori - ha affermato - dovevano continuare ad allenarsi. Adesso sono partiti gli atti legali e chiederemo i danni. C'erano tutti i presupposti per allenarsi. Nessuno ha detto che il Sant'Agata era aperto anche a Ferragosto per la manutenzione».

Ma lo stesso Ilari qualche ora dopo ha smentito se stesso con una precisazione: "A totale smentita di quanto emerso dichiaro di aver riferito che era mia intenzione contattare il Dott. Regali per proporgli la carica di Vice Presidente ed il relativo acquisto delle partecipazioni sociali ma ciò, non è avvenuto e quindi la questione sollevata è da ritenersi assolutamente conclusa".

Poco prima della trasmissione era arrivato un durissimo comunicato del sindaco metropolitano facente funzioni Carmelo Versace. «Il signor Ilari - ha sottolineato - ha ampiamente dimostrato di non avere lo spessore, la credibilità, l'esperienza e l’affidabilità necessarie per rappresentare la Reggina. Si dimetta subito, consegni il titolo alla città e torni ad occuparsi esclusivamente delle sue sale di proiezione. La Reggina è una cosa seria».

Il rischio che si teme all’orizzonte è che la Reggina fino al 29 agosto possa continuare ad essere in una situazione di totale stallo. «Servono - ha spiegato Versace - azioni, fatti, concretezza. Dell’aria fritta i reggini non sanno che farsene. Entro 24 ore, dunque, il signor Ilari farebbe bene a mostrare carte, nomi e documenti in suo possesso per far luce sulla pagina più triste di una storia ultracentenaria. Entro e non oltre domenica prossima, poi paghi ogni stipendio in sospeso, restituisca dignità e sicurezza ai lavoratori ed alle lavoratrici e garantisca la ripresa degli allenamenti al Sant’Agata. Infine, si dimetta e restituisca alla città ciò che è della città. La Reggina non è né del signor Ilari, né di fantomatici fondi stranieri, né di chi lucra in un calcio malato».
Il parere dei rappresentati delle istituzioni riflette quello del tifo organizzato «Per quel che ci riguarda - aveva evidenziato la Curva Sud in comunicato - il percorso del signor Ilari con la Reggina non deve nemmeno iniziare».
Ieri fuori dal Granillo è apparso un altro striscione con un messaggio eloquente per Ilari: «Il messaggio non ti è chiaro? A Reggio non ti vogliamo».

Il club amaranto da un mese sulle spine

L’acquisto della Reggina da parte di Manuele Ilari è avvenuto lo scorso 20 luglio. L’imprenditore romano, attivo nel settore delle sale cinematografiche, ha acquisito il 100% delle quote. In base a quanto dichiarato dall’acquirente in caso di Serie B è previsto l’arrivo di nuovi soci-investitori destinati a dare solidità al progetto. Nel caso in cui, invece, il ricorso al Consiglio di Stato avesse esito negativo la società tornerebbe di proprietà di Felice Saladini. Subito dopo il ricorso al Tar che ha confermato l’esclusione dal campionato della Reggina, i calciatori hanno messo in mora la società. La squadra non si allena più al centro sportivo Sant’Agata in virtù di condizioni ritenute non idonee agli allenamenti dei professionisti e degli emolumenti non ricevuti da giugno Nei giorni scorsi i giocatori hanno proclamato «la formale astensione lavorativa».

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