I fiori davanti alla cascina, i picchetti delle forze dell’ordine in tutt’Italia, il Papa che li ricorda con una preghiera. È la giornata del dolore per la morte dei tre vigili del fuoco vittime dell’esplosione della cascina di Quargnento, in provincia di Alessandria.
Reggio - ricorda la Gazzetta del Sud in edicola - piange in particolare Nino Candido, uno dei suoi tanti figli trasferiti al Nord per lavoro. Uno striscione lo ha ricordato anche ieri in curva allo stadio Granillo nel corso di Reggina-Potenza. Aveva coronato il suo sogno Nino: fare il pompiere come il papà Angelo, capo reparto al distaccamento aeroportuale della città dello Stretto. Una tragedia ancora senza perché lo ha strappato alla sua Elena, la moglie – anch’ella di Reggio – sposata da un anno. Vivevano ad Albegna, Nino ed Elena, con la loro cagnolina. Pieni di entusiasmo, tutto sembrava filare finalmente nella giusta direzione.
Un «giorno triste per Reggio», sottolinea da parte sua il sindaco Giuseppe Falcomatà. Che prosegue, sempre sui social: «Piangiamo la morte di un nostro concittadino, di un ragazzo come tanti di questa città. Ninì è stato ucciso, non è semplicemente morto. È stato ucciso mentre liberava una cascina dalle fiamme, è stato ucciso nell’esercizio del suo dovere di vigile del fuoco, di servitore dello Stato».
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