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Anniversario morte Fortugno, vedova: non piegare la testa di fronte 'ndrangheta

Cerimonia a Locri a 17 anni dall’omicidio

Francesco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria assassinato dalla 'ndrangheta il 16 ottobre 2005 è stato ricordato stamani nel corso di una cerimonia a Locri. Alla cerimonia hanno partecipato cittadini e autorità istituzionali del territorio intervenute prima nella Chiesa di Santa Caterina Vergine e Martire per la Santa Messa di suffragio officiata dal vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva. La giornata è proseguita con la deposizione della corona da parte delle Istituzioni a Palazzo Nieddu del Rio, il luogo nel quale Fortugno fu ucciso in un seggio delle primarie de «L'Unione». A deporre la corona dello Stato il prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani, accompagnato dalla vedova di Fortugno, Maria Grazia Laganà, e dai familiari.

«Anche quest’anno ci ritroviamo per ricordare il sacrificio di mio marito - ha affermato Maria Grazia Laganà - in un momento di raccoglimento che è frutto di un preciso impegno assunto all’indomani di quel tragico evento che ha sconvolto la mia famiglia, ovvero offrire il segno di una comunità che non intende piegare la testa di fronte alla violenza della 'ndrangheta e che, al contrario, attraverso la memoria dei propri martiri rinnova e moltiplica gli sforzi per realizzare il riscatto civile e sociale di cui questa terra ha grande bisogno. E fino a quando avrò la forza continuerò a portare avanti questo messaggio di speranza che, nel segno di Franco, deve abbracciare e sostenere la comunità locrese e l’intera Calabria».

«E' importante ricordare Fortugno - ha affermato Mariani - perché simboleggia ciò che ha subito il territorio nel corso dei decenni ma al tempo stesso rappresenta l’impegno per affrancare la Calabria dal giogo della criminalità organizzata. Commemorare l'efferato delitto di Fortugno è doveroso». Il Prefetto ha rivolto un pensiero ai giovani «affinché sappiano confrontarsi anche con l’orrore di questi fatti per trarne un insegnamento e uno stimolo a non arrendersi. Le istituzioni stanno facendo il massimo per contrastare la criminalità».

«Oggi - ha affermato durante l'omelia il vescovo di Locri, monsignor Francesco Oliva - non dobbiamo far cadere nell’oblio la memoria di Franco Fortugno, un uomo delle istituzioni che ha dato la vita nell’assolvimento del suo servizio. Dobbiamo riconoscenza a quest’uomo politico impegnato nella sanità, ma dobbiamo anche vincere la tentazione dell’oblio. Ravvivare la memoria è fondamentale nel nostro contesto, soprattutto ai giovani a cui va ricordata la storia, perché la storia è fondamentale per vivere bene il presente. La vita di Fortugno - ha aggiunto il presule - continui ad essere testimonianza di fedeltà alle istituzioni. Ci sono tante persone che, nelle istituzioni, si impegnano incondizionatamente per servire la comunità. Dobbiamo essere riconoscenti a tutti coloro i quali (magistrati, forze dell’ordine, amministratori) si sono sacrificati per la collettività, come Fortugno. Ed esprimiamo gratitudine alla sua famiglia che ha sopportato il peso più gravoso».

L’ultimo atto della manifestazione in ricordo di Fortugno si è celebrato al cimitero di Locri con la deposizione della corona dell’Assemblea legislativa calabrese da parte del consigliere regionale Giacomo Crinò , nella cappella che accoglie le spoglie mortali del vicepresidente del Consiglio regionale. Alla manifestazione erano presenti, tra gli altri, il questore Bruno Megale, il comandante provinciale dei Carabinieri Marco Guerrini, il direttore marittimo di Calabria e Basilicata Tirrenica Giuseppe Sciarrone, il tenente colonnello dell’Esercito italiano Francesco Montepaone, il comandante del Nucleo Polizia economico - finanziaria della Guardia di finanza di Reggio Calabria Mauro Silvari, il procuratore di Locri Giuseppe Casciaro, il senatore Nicola Irto, Angela Napoli, il consigliere regionale Giacomo Crinò, il Consigliere metropolitano delegato Rudi Lizzi, il sindaco di Locri Giovanni Calabrese, altri sindaci e amministratori locali della Locride.

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