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'Ndrangheta a Reggio Calabria, processo "Cripto": richieste pesanti per cosche di Rosarno. I NOMI

Una mazzata tremenda contro le 'ndrine di Rosarno coinvolte nell'operazione “Cripto” ed accusate di narcotraffico internazionale. Davanti al Gup di Reggio Calabria, Giovanna Seri, i Pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia, Paola D'Ambrosio e Domenico Cappelleri, hanno chiesto oltre 60 condanne. Alcune delle quali pesanti come un macigno. Tra le richieste di condanna più alte Giuseppe Battaglia, 13 anni e 4 mesi di reclusione; Giuseppe Cacciola, 20 anni di reclusione; Francesco Cambria, 20 anni di reclusione; Domenico Certo, 20 anni di reclusione; Nicola Certo, 20 anni di reclusione; Alessio Martello, 11 anni e 4 mesi di reclusione; Stefano Montano, 11 anni e 4 mesi di reclusione; Giampiero Pati, 13 anni e 4 mesi di reclusione; William Pati, 11 anni e 8 mesi di reclusione; Santa Pitarà, 12 anni di reclusione; Roberto Porcaro, 20 anni di reclusione; Bruno Pronestì, 20 anni di reclusione; Vincenzo Raso, 20 anni di reclusione; Francesco Suriano, 20 anni di reclusione. Alessandro Talarico, 11 anni e 4 mesi di reclusione; Giuseppe Trombetta, 11 anni e 4 mesi di reclusione; Gianfranco Viola, 14 anni e 8 mesi di reclusione. Unica richiesta di assoluzione per Rosario Zagami.
L'indagine “Cripto” ha sgominato un'altra organizzazione gestita da reggini specializzata nel narcotraffico internazionale con la cittadina di Rosarno base operativa; ramificata in mezza Italia - in provincia di Reggio Calabria, Cosenza ed Amantea, Sicilia (in particolare Messina, Catania), Campania, Puglia e Piemonte (in particolare Torino e provincia) - e all'estero - Germania, Olanda, Belgio, Spagna e Malta - la potente holding della droga che faceva capo alle potenti cosche della ’ndrangheta rosarnesi.

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