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Da Taurianova al successo, a tu per tu con l'attore calabrese Cristiano Caccamo

Bello, affascinante, faccia pulita e sguardo magnetico.

Stiamo parlando di Cristiano Caccamo, talentuoso attore calabrese, di Taurianova (Reggio Calabria), che da diversi anni sta spopolato sul piccolo e sul grande schermo. Amato dalle donne ed apprezzato dagli uomini, nonostante la sua giovane età (29 anni), ha già lavorato con grandi registi italiani, come Ricky Tognazzi, Michele Soavi e Monica Vullo, e a fianco di attori del calibro di Diego Abatantuono e Michele Placido, ma non per questo si è montato la testa.

È rimasto il solito ragazzo di sempre, quello alla mano, che ama uscire con gli amici, attaccatissimo alla sua famiglia e alla sua terra.

È proprio a papà Michele, apprezzato poeta e scrittore, a mamma Anna e al fratello Gabriele, che dice di dovere tutto quello che è diventato oggi.

In un’intervista a tu per tu, l’attore, scelto da Laura Pausini per il video di “Non è detto”, ci ha raccontato quelli che sono i suoi sogni, le sue ambizioni e i progetti per il futuro.

Qual è la persona o l’evento senza il quale Cristiano Caccamo non sarebbe quello che è?
Non c’è un evento particolare, devo tutto alla mia determinazione e a mio padre che mi ha indirizzato verso il teatro. Sono andato via giovanissimo da Taurianova, per mia scelta, in un convitto di Assisi. Ho iniziato quasi subito a fare dei servizi di moda, come fotomodello. Mio padre mi consigliò di avvicinarmi al teatro, iscrivendomi ad una scuola di Roma. Quella fu la chiave di volta, la mia conversione. Scoprii che quell’ambiente mi affascinava, mi rendeva libero. Dopo un anno tentai di entrare al Centro sperimentale di cinematografia e ci riuscì.

In questo periodo ti stiamo vedendo nella fiction “Che Dio ci aiuti 4” al fianco di Elena Sofia Ricci. Com’è stata questa esperienza?
Assolutamente fantastica. Quello che si vede è la realtà: l’ambiente è familiare, ci divertiamo. Non recitiamo, ma viviamo insieme. Ci fosse una comunità così, credo che staremmo tutti meglio. Noi ci vogliamo bene anche al di fuori del set. Ci sentiamo, ci consigliamo, ci diamo coraggio. E poi “le gemelline”, sono diventate una bellezza nella mia vita: le adoro, potessi le adotterei anche se non credo che la mamma, Michela, sarebbe molto d’accordo.

Al cinema invece ti abbiamo molto apprezzato nel film “Puoi baciare lo sposo”. Cosa si prova a lavorare con un mostro sacro del cinema italiano, come Diego Abatantuono?
Oddio, si ride molto. Continuamente. Lui è un umorista straordinario. Ma è anche un uomo attento, sul set poi è un perfezionista. Diego mi ha insegnato che non c’è sequenza che non debba avere leggerezza, un po' come la vita. È un maestro della recitazione.

Attualmente in cosa sei impegnato? Quali sono i prossimi progetti in cantiere?
Ho appena finito di girare un corto per la Campari diretto da Matteo Garrone. Poi ancora delle fiction, per la Rai e Mediaset. Progetti sempre tanti e nuovi.

Hai sempre voluto fare l’attore?
Non ci pensavo. Volevo andare via, questo sì.

Hai lavorato al cinema, in teatro e in televisione. Quale reputi l’esperienza più significativa?
Ogni esperienza ha un significato. Il teatro, al Globe con Proietti, mi ha dato la forza di rimanere sulla scena; la televisione mi ha fatto capire quanto vicina sia la fiction alla realtà; il cinema mi ha dato un’altra visione della vita, un mondo parallelo dove ci siamo tutti ma non lo sappiamo.

Da quale regista, italiano o straniero, vorresti essere diretto? E quale attore o attrice ti piacerebbe affiancare?
Salvatores e Del Toro, ma anche molti registi giapponesi. Potessi far tornare indietro il tempo mi sarebbe piaciuto affiancare Marcello Mastroianni, avrei fatto anche la spalla della spalla pur di lavorare con lui.

Cosa ne pensi del momento artistico che vede la Calabria protagonista, grazie all’ottima affermazione di Marcello Fonte?
Marcello è un fenomeno, assolutamente naturale come ne nascono pochi in ogni secolo. La Calabria si accorge dei propri talenti sempre in ritardo, sembra aspetti siano gli altri ad acclamarli.

Ti piacerebbe essere diretto da registi calabresi, come Amelio e Calopresti?
Subito, dove si firma? Sono due geni assoluti.

Com’è il rapporto con la tua famiglia?
Indissolubile. Ci confrontiamo continuamente, non c’è scelta che non sia condivisa. I miei valori sono antichi: li ho ereditati dai miei nonni. Faccio sempre riferimento a quanto mi è stato insegnato, in ogni mio minimo rapporto metto in primo piano il rispetto e la lealtà.

Ti manca Taurianova? Ci torni spesso?
Ultimamente non ci torno spesso. Mi manca la genuinità, quella maniera di sentirsi attaccati per esigenza vitale.

Hai amici di infanzia con i quali tutt’oggi ti frequenti?
Molti, ma ne frequento pochi. Giusy Loschiavo, anche lei attrice, e Laura Palumbo sono quelle che frequento di più.

Com’è stata la tua infanzia?
Assolutamente felice e serena. Con due genitori fantastici, unici, e con un contorno familiare raro.

Per concludere, una domanda indiscreta: sei fidanzato?
Per non rischiare di trascurare la mia donna, a causa del mio lavoro, per adesso single.

L’amica d’infanzia Giusi Loschiavo
È proprio Giusi Loschiavo, anche lei attrice, che abbiamo visto a gennaio su canale 5, nella fiction “Ultimo - Caccia ai narcos”, a raccontarci il Cristiano fuori dai set.

«Lo conosco da sempre – ha raccontato Giusi - eravamo molto piccoli quando ci siamo incontrati per la prima volta, non ricordo dove, ma rammento benissimo che quel bambino, bellissimo e con gli occhietti a mandorla sempre sorridenti, mi colpì molto, già da allora non passava inosservato. Da quel giorno non ci siamo più separati, trascorrevamo ogni estate insieme ed entrambi ci siamo trasferiti a Roma per frequentare l’università. Anche i nostri percorsi professionali sono stati molto simili, rafforzando la nostra bella e profonda amicizia».

Giusi ha quindi raccontato come nacque la loro passione per il teatro.

«Era una sera d’estate – ha affermato – quando, avendo entrambi la curiosità per il teatro, decidemmo di fare il provino per entrare all’Accademia Cassiopea di Roma. Proprio lì scoprimmo insieme l’amore e la passione per lo stesso mestiere, e questo ha reso ancora più forte la nostra amicizia. Dopo un anno però, Cristiano è entrato al Centro sperimentale di cinematografia, mentre io ho continuato a studiare in Accademia e le nostre strade si sono divise, ma solo professionalmente, perchè appena abbiamo del tempo libero continuiamo a vederci. Lui rimane sempre il mio amico speciale. Cristiano non è mai cambiato, di lui ho sempre apprezzato la sincerità e la spontaneità, ed è proprio così come lo vedete: solare e divertente. Sa coinvolgere tutti come quando è in scena».

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