Nel nostro gruppo classe abbiamo avuto la fortuna di poterci relazionare con un ragazzo plusdotato. Plusdotato? Che parola inusuale! Qual è il suo significato? Questo termine indica una capacità intellettiva superiore alla media che si manifesta con interessi non proprio comuni rispetto ai coetanei e competenze precoci. E proprio per questa ragione abbiamo deciso di intervistare il nostro caro amico e compagno di classe, Christian Maria Cartone, che ha reso questi tre anni unici e irripetibili. Testimoni del suo profondo cambiamento, pieno di difficoltà e forti emozioni gli chiediamo:
– Quando hai scoperto di avere questo dono?
«L’ho scoperto quando in seconda elementare, dietro il suggerimento della maestra di matematica, un team di esperti mi somministrò il test del QI».
–Perché i plusdotati spesso sembrano distratti?
«Noi plusdotati sembriamo distratti, è vero, ma non è così. Noi non abbiamo un pensiero lineare, ma arborescente. Ad esempio, durante un’interrogazione nella nostra mente ci sono tanti pensieri e idee che arrivano contemporaneamente, proprio come i rami di un albero, ed è per questo che diventa difficile rimanere concentrati per molto tempo. Infatti, quello che facciamo non è altro che creare di continuo».
– Come gestisci la tua mente quando ti trovi di fronte a problemi complessi da risolvere?
«Più che gestire la mente si tratta di gestire le emozioni, se quelle prendono il sopravvento rischiano di farmi perdere la concentrazione e di farmi sbagliare».
– Come vedi il mondo da plusdotato?
«Rispetto al passato, quando il mondo mi faceva un po’ paura perché ne comprendevo i pericoli, oggi lo vedo e lo vivo con più serenità perché sono cambiato e ho maggiore fiducia nel prossimo».
– Come definiresti la tua vita?
«Oggi posso dire che la mia vita è serena perché ho affrontato ogni difficoltà passo dopo passo in un ambiente stimolante, inclusivo e protetto e questo è quello che sia i genitori sia la scuola dovrebbero fare con i ragazzi come me: proteggerci durante l’età più delicata in attesa che il nostro carattere diventi più forte e capace di affrontare ogni problema senza esserne travolti».
– Quali sono le tue doti?
«L’intuito logico matematico, la comprensione di brani musicali di estrema difficoltà, la capacità di comporre brani di vario genere e disegnare».
– Le tue doti coincidono con le tue passioni?
«Certo che sì! Compongo, suono il pianoforte e disegno fumetti, ma gioco anche a tennis e mi piace divertirmi con i miei cugini».
– Quale aspettativa hai per il tuo futuro?
Mi piacerebbe diventare un matematico, un compositore e avere tanti bambini».
– Hai sempre piena consapevolezza delle tue potenzialità o a volte la fiducia in te stesso viene a mancare?
Mi capitava di perdere la fiducia in me stesso quando ai Giochi Matematici sbagliavo il risultato di qualche quesito. Ma ho imparato a capire che dipende dalla mia emotività perché quando tornavo tranquillo e ci riprovavo il risultato era corretto».
– Ti andrebbe di racchiudere in poche parole come hai vissuto questi tre anni insieme a noi?
«Solitamente i ragazzi come me non vengono compresi alla nostra età. Voi l'avete fatto e avete reso questi tre anni davvero belli. E anche quando pensate che io non vi stia ascoltando perché non chiacchiero con voi, sappiate che non è così. È solo colpa della mia timidezza».
Caricamento commenti
Commenta la notizia