Segnali luminosi e segnali acustici prolungati, al suono delle sirene dei pescherecci che, stamattina, si sono radunati all'altezza della bocca dell'invaso che porta al terminal transhipment di Gioia Tauro per una protesta pacifica ma dall'alto valore simbolico.
È la voce della marineria gioiese e di San Ferdinando che con questa iniziativa lancia ancora una volta il grido dall'allarme contro il caro gasolio, che in pratica sta mettendo in ginocchio l'intero settore. Circa 10 pescherecci, con a bordo tre-quattro operatori per ogni imbarcazione hanno lasciato la darsena turistica ubicata alle spalle della Capitaneria di porto e dell'AdSP, dopo una settimana di fermo, per raggiungere l'ingresso del porto di Gioia Tauro sostando per circa mezz'ora in segno di protesta.
Parliamo di circa 30 famiglie che ormai stentano ad arrivare a fine mese. Gazzetta del Sud ha documentato il sit-in marittimo a bordo della Maurizio I con il delegato sindacale della Fiscat Cisl, Pacifico Cutrì.
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