Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Bagnara: aperta un’inchiesta sull’incendio, il cimitero al centro delle indagini. Le immagini della devastazione e il ritorno alla normalità IL REPORTAGE

Agli atti i numerosi filmati e foto che fin dalla tarda serata di venerdì circolano con insistenza sui social e sulle chat. Al momento non si sa se il fascicolo sia a carico di ignoti o se figurino già degli indagati

Saranno i carabinieri e la Procura di Reggio Calabria ad accertare le cause del vasto incendio che, venerdì scorso, ha rischiato di distruggere il centro di Bagnara. Le voci di un’indagine, che si sono rincorse per giorni nella cittadina della Costa viola, hanno trovato conferma nella giornata di ieri. I militari dell’Arma, secondo quanto appreso, avrebbero iniziato a mettere agli atti i numerosi filmati e foto che fin dalla tarda serata di venerdì circolano con insistenza sui social e sulle chat. Sull’inchiesta vige per adesso, come è naturale che sia, il più stretto riserbo da parte degli organi inquirenti. Al momento, quindi, non si sa se il fascicolo di indagine sia a carico di ignoti o se figurino già degli indagati.

Le indagini partono dal cimitero

Il centro dell’inchiesta è il cimitero cittadino, che si trova nella frazione di Pellegrina, a monte rispetto al centro della cittadina che si affaccia sul mare. Da quella zona, secondo una prima ricostruzione, sarebbero partite le fiamme che nel giro di qualche ora si sono propagate sospinte e alimentate da un forte vento di scirocco. Le immagini delle fiamme hanno fatto il giro d’Italia: il muro imponente di fuoco che da monte si sposta minacciosamente giù per il costone in direzione del centro abitato e il lungomare. Solo un grande dispiegamento di forze da parte dei vigili del fuoco ha impedito che il vasto incendio si trasformasse in una tragedia. I pompieri, secondo quanto fatto sapere dal Comando provinciale di Reggio Calabria, sono stati presenti a Bagnara fin dalle prime ore del pomeriggio di venerdì con due squadre più un’autobotte, alle quali nel tardo pomeriggio si sono aggiunte altre due squadre che hanno operato incessantemente riuscendo a impedire alle fiamme di raggiungere l’abitato di Bagnara. Sul posto sono state inviate anche due imbarcazioni dai distaccamenti portuali dei vigili del fuoco di Gioia Tauro e Messina. Nella mattinata di ieri, il cimitero cittadino era ancora chiuso. Alcuni operai in cima a una gru nel vialetto d’entrata erano impegnati a tagliare i rami degli alberi arsi dall’incendio. Il custode al cancello impediva l’accesso anche ai pochi curiosi che si avvicinavano per sbirciare e seguire i lavori.

L’origine del rogo

Si è dibattuto nei giorni scorsi sul luogo in cui ha avuto origine l’incendio, se dentro o fuori dal cimitero. Un abitante della frazione di Pellegrina, che vuole mantenere l’anonimato, ha dichiarato che il rogo non avrebbe avuto origine all’interno, ma in un punto lungo il muro sud del camposanto e da lì si sarebbero propagato rapidamente verso giù lungo il costone che degrada verso la zona marina della cittadina della Costa viola. Alcuni video che circolano in rete, girati all’interno del camposanto, sembrerebbero confermare questa testimonianza. Nel video infatti si vede che le fiamme divampano appena dietro il muro di cinta.

Una conferma, seppur indiretta su questa possibilità, giunge anche dalle parole del primo cittadino di Bagnara, Adone Pistolesi. Il sindaco dopo il sopralluogo, effettuato insieme ai carabinieri e al Nucleo investigativo di polizia forestale, ha dichiarato che non si sarebbero registrati danni «a lapidi, loculi e cappelle», aggiungendo che «nel caso in cui le autorità competenti dovessero individuare il presunto autore o i presunti autori degli incendi, avvenuti in vari e distinti punti di innesco, uno il 19 ottobre e l’altro il 20 ottobre, il Comune di Bagnara Calabra si costituirà parte civile». Che ci sia la mano dell’uomo dietro il grande incendio di venerdì scorso, quindi, non sembrano esserci grossi dubbi. Il compito dei carabinieri è quello di ricostruire quanto accaduto, fin dall’inizio. Tra le ipotesi vagliate dagli investigatori ci sono sia la natura dolosa del rogo, cioè la volontà di qualcuno di appiccare il fuoco, sia quella colposa: il fuoco acceso per bruciare delle sterpaglie e che poi sarebbe sfuggito di mano e si sarebbe propagato alimentato dal vento.

 

Controlli su video e foto

Al vaglio degli inquirenti c’è soprattutto uno dei video girati nel cimitero, nel quale si sentono delle voci di persone che sembrerebbero discorrere dell’origine dell’incendio. Intanto, dopo quattro giorni i cittadini di Bagnara sono ancora molto scossi per quanto accaduto. Si discute e si fanno ipotesi, ma si attendono notizie ufficiali da parte degli organi investigativi per capire cosa sia accaduto venerdì scorso.

Lento ritorno alla normalità

I cittadini hanno ripreso la solita vita, dopo alcuni giorni di passione. Piccoli sbuffi di fumo ancora puntellano il costone annerito dall’incendio. L’odore acre della vegetazione arsa dalle fiamme impregna l’aria intorno al porto di Marinella. Il cielo plumbeo contribuisce a conferire al paesaggio un’immagine lugubre, mentre una catasta di legno bruciato continuava a fumare lungo la banchina del piccolo scalo marittimo. Una coppia di anziani e poi due donne dalla Torre guardano il costone colorato di nero prima di fare marcia indietro e dirigersi verso il lungomare.

Le immagini del fuoco che devasta la vegetazione e punta dritto verso le case di Marinella sono ancora vive negli occhi e nella memoria dei bagnaresi. Servirà del tempo per dimenticare la paura di quelle ore.

Tag:

Caricamento commenti

Commenta la notizia