Il destino del comune di Reggio Calabria appeso al filo del dissesto economico, dopo che i giudici della Corte dei Conti hanno "bocciato" il Piano di Rientro di palazzo San Giorgio prendendo atto di una recente sentenza della Corte Costituzionale che nega ai comuni la possibilità di spalmare in 30 anni i debiti accumulati.
"Le norme che consentono di ripianare il debito in 30 anni sono incostituzionali perchè scaricano gli oneri sulle generazioni future e violano l’equilibrio di bilancio e il principio di rappresentanza democratica" hanno detto i giudici della Consulta e così, a Reggio (ma anche in svariate decine di comuni in tutta Italia) i giudici della Corte dei Conti che hanno al vaglio il Piano di Rientro hanno "bocciato" la misura.
In sostanza Palazzo San Giorgio dovrà pareggiare i conti con i creditori entro il 2022, anzichè entro il 2042 e sarà quasi impossibile per le casse comunali reggere l'onda d'urto di una così netta riduzione del tempo a disposizione per ripianare i debiti.
Il sindaco Giuseppe Falcomatà, oggi a Roma per scongiurare il peggio e cercare un'intesa col Governo in modo da evitare la dichiarazione di dissesto, ha presentato un dettagliato documento in cui vengono illustrate proposte e ipotesi di soluzione per salvare il comune dal dissesto, ma anche le criticità in caso di crac.
Il tavolo con i tecnici del ministero è aggiornato al prossimo giovedì.
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