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Reggio, Minicuci: “Falcomatà non si nasconda. Consiglieri di minoranza pronti alle dimissioni”

Antonino Minicuci

«II sottoscritto e tutti i consiglieri di minoranza sono pronti a rassegnare le dimissioni in gruppo. Per senso di responsabilità e di dovere, lo stesso passo chiediamo ai consiglieri di maggioranza. Basta con questo imbarazzante circo, c'è un limite sopportabile rispetto ai furti di democrazia e agli imbrogli orchestrati alle spalle di avversari politici e cittadini. Limite che, in attesa della conclusione delle indagini che potrebbe ulteriormente allargare i confini dell’illegalità, è già stato abbondantemente superato».

E’ quanto afferma, in una nota, il consigliere comunale Antonino Minicuci, già candidato sindaco di Reggio Calabria per il centrodestra dopo l’arresto, con l’accusa di falso e reati elettorali del consigliere comunale Antonino Castorina e di un presidente di seggio.

«Nessuno ha parlato - sostiene Minicuci - dei famigliari e dei parenti delle persone (defunte o bloccate in casa) che secondo le indagini sono risultate regolarmente tra i votanti. Proviamo a metterci nei loro panni, a pensare a che tipo di violenza psicologica sono stati costretti, all’umiliazione provata nel vedere i propri cari spogliati da ogni dignità. A loro, a nome personale e credo anche di tutta la minoranza in sede di Consiglio Comunale, porgo le mie scuse».

«Che strano partito il Pd - sostiene ancora Minicuci - giustizialista a corrente alternata. Garantista con i suoi e feroce con tutti gli altri. La legge, per il Pd, si interpreta per gli amici e si applica per tutti gli altri. L’ultima conferma è arrivata dopo che gli organi inquirenti hanno scoperchiato un verminaio che vede implicati uomini di spicco del partito di Zingaretti. Antonino Castorina infatti è capogruppo consiliare nonché membro della direzione nazionale del Pd. Non è mancato nemmeno il rimbrotto nei confronti della minoranza, colpevole di voler strumentalizzare la vicenda. Forse per il Pd il rispetto delle basilari regole democratiche significa speculare? Forse per il Pd vedere l’uomo di maggior spicco in Consiglio Comunale, primo eletto tra le fila del centrosinistra e vicinissimo politicamente al Sindaco Falcomatà (quest’ultimo le cui firme sono servite per notificare la nomina di circa 70 presidenti di seggio) ai domiciliari con l’accusa di aver falsato le operazioni di voto in diverse sezioni, significa voler strumentalizzare la vicenda?».

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