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Africo al voto: pregusta il ritorno alla normalità

Oggi dalle 7 alle 23 si vota nei tre Comuni del Reggino sciolti per infiltrazioni della criminalità organizzata

Comune di Africo

Africo oggi è chiamata al voto per scegliere chi tra Domenico Modaffari, candidato a sindaco con la lista “Africo in alto-Azione Popolare in Comune”, e Vincenzo Antonio Caccavari con la lista “Democrazia Diritti e Libertà per Africo” avrà il compito di guidare il piccolo centro della locride, segnato nella storia recente da ben tre commissariamenti.
Si voterà solo nella giornata di oggi fino alle 23, dopo di che si procederà immediatamente allo spoglio. Tre le sezioni interessate al voto per un totale di circa 1.900 elettori di cui si spera vadano a votare almeno la metà, visto il risultato dell’affluenza delle ultime Regionali. Due candidati che in questi giorni hanno sempre chiesto la partecipazione della cittadinanza: «La popolazione è disaffezionata – spiega Modaffari – è stato duro poter proporre una lista, Africo paga lo scotto del commissariamento». Uno stop che ha bloccato di fatto il paese: «C’è uno stato di decoro urbano che fa spavento, abbiamo colto il richiamo che arriva da questo stato di cose, ma siamo stati felici di cogliere questa difficile sfida – prosegue Modaffari – mi appello agli elettori affinché si rechino alle urne per sottoscrivere il ritorno di Africo alla democrazia».
Il competitor Vincenzo Caccavari denuncia anche il peso del commissariamento che è gravato su Africo: «Abbiamo registrato un grave disinteresse da parte della popolazione nei confronti di questo turno elettorale. Negli ultimi sette anni Africo è stata segnata da quattro anni di commissariamento che non solo non è servito a niente, ma ha danneggiato il paese. Basta guardare l’albo pretorio: in due anni non è stata svolta praticamente alcun tipo di attività, neppure l’assistenza spicciola nei confronti degli anziani o dei giovani, non parliamo poi dei disoccupati e tutti i problemi che sono seguiti come ad esempio quello degli allevatori che da un giorno all’altro hanno visto impedita l’attività di transumanza perché non veniva loro consentito il pascolo».

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