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Polistena, la ’ndrina e i ruoli che cambiano: chi sono i capi - Nomi e foto

L’operazione Libera Fortezza ha colpito capi, discendenti e gregari della cosca di ‘ndrangheta Longo-Versace. Gli inquirenti hanno documentato i ruoli ricoperti all’interno del sodalizio mafioso da pare degli indagati. Luigi Versace, Domenico Giardino e Diego Lamanna vengono indicati «quali capi e organizzatori della cosca».

Secondo i magistrati antimafia - ricostruisce la Gazzetta del sud in edicola - «avevano compiti di decisione delle modalità di gestione degli affari del sodalizio, di individuazione delle azioni delittuose da compiere, di valutazione della solvibilità dei debitori e di composizione delle conflittualità tra gli affiliati o con terzi appartenenti a cosche differenti».

Un ruolo delicato era quello che sarebbe stato ricoperto da Vincenzo Rao, il quale «aveva il ruolo di organizzatore e gestore dei rapporti economici della consorteria con i numerosi debitori, destinatari di continue erogazioni del credito, nonché quale contabile delle pendenze creditorie non ancora soddisfatte e riferibili al sodalizio.

Claudio e Francesco Circosta, Fabio Ierace, Francesco Longo, Cesare Longordo, Vincenzo Politanò, Maria Pronestì, Antonio Raco, Mariaconcetta Tibullo, Andrea Valerioti e Antonio Zerbi avrebbero avuto, sempre secondo gli investigatori, il ruolo di «partecipi all’organizzazione di tipo mafioso, con compiti di esecuzione degli ordini e direttive dei capi, e con funzioni operative manifestatesi nel porre in essere quotidiane azioni intimidatorie, volte a mantenere il controllo del territorio polistenese, nel procacciamento delle vittime dei reati contro il patrimonio, nella riscossione dei proventi dei reati, e nella cooperazione con gli altri associati nella realizzazione del programma criminoso del gruppo».

Giovanni e Francesco Domenico Sposato, considerati esponenti dell’omonima cosca operante a Taurianova e pur non ritenuti affiliati alla cosca Longo-Versace, secondo il gip Caterina Catalano che ha accolto le richieste della Dda, «hanno fornito determinante contributo alle finalità del sodalizio polistenese, facendo desistere, mediante minacce, due imprenditori di Taurianova ad avviare un bar-pasticceria a Polistena, concorrente ad analoga attività commerciale di Mariaconcetta Tibullo».

Tra i soggetti indagati dalla Dda emergono figure legate da vincoli di parentela con gli storici capi cosca di Polistena, a conferma della solidità del principio familistico della ‘ndrangheta, ed in particolare: Luigi Versace, figlio di Antonio Versace cl. 1952, temuto esponente di vertice della criminalità organizzata polistenese nel periodo a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90, ucciso a Polistena il 7 settembre 1991 unitamente al fratello Michele, durante una plateale esecuzione mafiosa, e di Maria Violetta Longo, figlia del patriarca Luigi Longo cl. 1918; e ancora Diego Lamanna, genero di Domenico Longo cl. 1948, a sua volta figlio del defunto boss Luigi Longo, cl. 1918.

E poi tra gli arrestati c’è Domenico Giardino, genero di Francesca Longo cl. 46, anch’ella figlia del defunto patriarca Luigi Longo cl. 1918; Rocco Longo cl.1993 è figlio di Francesco Longo cl. 1968 detto “Ciccio Mazzetta”, anch’egli tra gli arrestati ed esponente di assoluto rango nel contesto della criminalità organizzata locale, figlio del defunto boss Rocco Longo cl. 31, nonché fratello di Vincenzo Longo cl. 63, anch’egli noto esponente della cosca processato e condannato già nel processo “Crimine”.

Nell’elenco degli arrestati figura anche Francesco Circosta, genero del defunto Antonio Versace cl.52; e, infine, Vincenzo Rao, figura centrale nell’indagine, è legato da vincoli parentali acquisiti con Giovanni Longo cl. 66, esponente apicale dell’omonima cosca, già condannato in via definitiva nell’operazione “Scacco Matto”.

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