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'Ndrangheta all'Asp di Reggio, "personale fuori controllo e fornitori vicini alla mafia"

L'Asp di Reggio Calabria

Tante parti omissate che sono quindi al vaglio della Procura ma le conclusioni del decreto di scioglimento per presunte infiltrazioni della 'ndrangheta nell'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria sono chiare: «Sono state compromesse le legittime aspettative della popolazione ad essere garantita nella fruizione dei servizi relativi a diritti fondamentali».

Con queste parole, riportate dalla Gazzetta del Sud-Reggio in edicola, si chiude il decreto adottato dal presidente della Repubblica che ha recepito la delibera del Consiglio dei ministri con la quale sono stati azzerati gli organi gestionali dell'Azienda nominando una commissione straordinaria per diciotto mesi.

Un documento esplosivo quello redatto dalla commissione d'accesso che tocca tutti i punti dolenti che sono più o meno venuti a galla negli ultimi mesi. La situazione dell'Azienda sanitaria, al centro di scandali e inchieste giudiziarie, è stata affrontata in Prefettura nel corso di un Cosp ad inizio dicembre e poi il prefetto Michele di Bari ha stilato una dettagliata relazione di ciò che era emerso durante l'ispezione.

Dipendenti con precedenti: Viene ricordato il caso di due dipendenti condannati per associazione mafiosa. La situazione del personale è stata definita «fuori controllo».

Appalti e cosche: «Le verifiche esperite dall'organo ispettivo hanno evidenziato le gravi inadempienze dell'Azienda che ha sistematicamente omesso di richiedere le prescritte certificazioni antimafia procedendo alla stipula di contratti, per importi anche rilevanti, con imprese in stato di amministrazione giudiziaria o già destinatarie di informative interdittive». Quindi vengono citati i casi di ditte che fornivano materiale edile o provvedevano alla rimozione dei rifiuti, alla pulizia dei presidi sanitari e al lavaggio della biancheria.

Immobili “fantasma”: Un passaggio del provvedimento è riservato agli immobili che non risultano censiti al Catasto o si trovano in stato di abbandono e per i quali non è mai stato approntato un piano finalizzato alla valorizzazione o dismissione.

Focus sui privati: «In ordine ai rapporti tra l'Asp e le strutture private accreditate nonché le farmacie ed i depositi farmaceutici, le risultanze dell'accesso hanno disvelato l'assoluta mancanza di una corretta attività di pianificazione nonché il costante superamento dei limiti annuali di spesa fissati dal competente dipartimento dell'amministrazione regionale con una conseguente, indebita erogazione di risorse finanziarie».

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