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'Ndrangheta a San Sperato, faccia a faccia tra due collaboratori di giustizia

Omissato inevitabilmente ma spunta anche un verbale di confronto tra persone sottoposte ad indagini tra gli atti che i Pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Reggio, Sara Amerio e Walter Ignazitto, hanno depositato in una indagine collegata all'operazione “Pedigree”. Il faccia a faccia riguarda i collaboratori di giustizia Maurizio Cortese e Daniele Filocamo, il primo fino a quando non è stato travolto per l'ennesima volta dalla retata che ha colpito la 'ndrina Serraino lo scorso luglio era il rampante capo delle nuove leve della cosca di San Sperato, ed il secondo fedelissimo dello stesso boss in carriera Maurizio Cortese e fratello di Tonino Filocamo, il giovane imprenditore protagonista della guerra dei bar sul viale Calabria ed in carcere sempre in “Pedigree” prima di saltare il fosso (a pochi giorni dalle manette) iniziando a collaborare con i magistrati del pool antimafia di Reggio.

I collaboratori Maurizio Cortese e Daniele Filocamo sono stati sentiti dai sostituti antimafia, Walter Ignazitto e Stefano Musolino, il 23 ottobre alle ore 17,37 presso una località protetta. Unico tema “pubblicizzato” i rapporti tra Maurizio Cortese e Nino Fallanca, l'imprenditore indagato ed arrestato in “Pedigree”: «In relazione a Nino Fallanca, Cortese Maurizio esclude di averlo mai incontrato, durante la latitanza». In un precedente interrogatorio - il 23 ottobre - Daniele Filocamo invece aveva dichiarato: «So che Nino Fallanca aveva incontrato Cortese mentre era latitante, me lo disse mio fratello». Una divergenza sulla quale la Procura distrettuale antimafia sta indagando per fare chiarezza. La versione di uno dei due non torna.

 

L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione di Reggio. 

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